NATURA
Bertucce di Gibilterra

A Gibilterra ormai sono una leggenda. Si narra che una notte, tra il 1779 e il 1783, durante un lungo assedio alla Rocca per strapparla agli inglesi che la controllavano da più di settant'anni, gli spagnoli cercarono di sorprendere la guarnigione arrampicandosi sulle pareti rocciose. Ma svegliarono le bertucce, che con le grida attirarono l’attenzione delle sentinelle salvando l’enclave britannica. Da allora, tra alti e bassi, le scimmie sono rimaste nel piccolo possedimento all’imbocco del Mediterraneo. Si dice che quando l’ultima di esse scomparirà, gli inglesi dovranno fare le valigie e andarsene. Superstizione o no, vista l’importanza strategica del luogo, è un monito che i sudditi di sua maestà prendono sul serio. Persino Winston Churchill, nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, telegrafò al suo comando generale in Nord Africa l’ordine di catturare dei macachi in Marocco per incrementare l’esiguo drappello europeo, ridotto a soli tre esemplari dopo una epidemia di gastroenterite. Voleva che la colonia della Rocca fosse mantenuta a tutti costi e che non crollasse mai più sotto i 24 esemplari. Una pattuglia di soldati partì per i monti dell’Atlante, ingabbiò diversi animali e li spedì nel Vecchio Continente. La colonia fu rimpolpata e la tradizione continuò. Per la gioia dei turisti. Malgrado i disagi che provocano, i macachi sono la maggiore attrazione di Gibilterra. Oltre 700mila visitatori vengono ogni anno fino a qui per ammirarli da vicino. Scaltre e per nulla intimorite dall’uomo, si spingono nelle vie della città, saltano sulle automobili o sostano indifferenti sui bordi delle strade, arrivando addirittura a scippare i passanti. Quotidianamente vengono fornite loro scorte di acqua, vegetali e frutta, per integrare il nutrimento che trovano da sole ed evitare che compiano razzie nelle dispense della gente. Ma per alcune di loro le abitazioni sono ormai un richiamo irresistibile.